Storia
STORIA DEL DISTACCAMENTO
Dopo la concessione dello Statuto di Carlo Alberto (1848) che consentiva la fondazione di associazioni pacifiche con finalità sociali, si videro nascere in Piemonte numerose Società di Mutuo Soccorso tra Operai e Contadini e, tra le prime, quella di San Maurizio nel 1864. I fondatori cercavano di migliorare le condizioni di vita dei soci, promuovendo iniziative utili anche al “bene pubblico”. Tra le altre iniziative, nel 1866 vi fu la formazione di una squadra dì “Operai guardia-fuoco” e la richiesta alle autorità comunali dell’acquisto di una pompa antincendio, della quale la Società avrebbe curato l’uso e la manutenzione. Fu come un preludio, una prova generale dell’ istituzione del Corpo Pompieri, nato dieci anni dopo. I proprietari terrieri, i nobili che vivevano della rendita delle cascine e delle filande, i pochi appartenenti al ceto borghese, appoggiarono l’iniziativa sia per un reale bisogno che si avvertiva, nei primi anni del Regno d’Italia, di azioni filantropiche tendenti al miglioramento delle condizioni generali della popolazione, sia per un indiscutibile tornaconto essendo loro, in caso di sinistro, i primi beneficiari dell’azione dei pompieri. Le sbiadite fotografie dell’epoca, scattate in occasione di feste o di avvenimenti importanti, mostrano sempre in evidenza un gruppetto di persone dall’aspetto distinto, cioè i maggiorenti del paese. Tra queste persone non manca mai Luigi Francesco Marchini (1851 – 1921), fondatore e primo Comandante del Corpo Pompieri. Di famiglia antica e facoltosa, impegnata anche nella politica e annoverante tra i suoi membri alcuni medici illustri e pubblici amministratori, l’avvocato Luigi Francesco si distinse per le sue attività benefiche in campo sociale (Asilo Infantile, Società Filarmonica, Congregazione di Carità .. .). Gli studi legali e la pratica contabile acquisita nell’amministrazione delle sue terre gli consentirono di predisporre il primo Regolamento e di stabilire le basi di un servizio efficiente sotto tutti gli aspetti. Purtroppo la discendenza dell’avv. Marchini ebbe fine con la morte del figlio Vincenzo, caduto nella prima guerra mondiale, ma la figlia cav. Carolina (consorte dell’ avv. Ramello) continuò l’opera filantropica della famiglia beneficando le istituzioni del paese e fu molto felice della costruzione della caserma dedicata a suo padre. Il 15 maggio del 1876 avvenne dunque la fondazione della Compagnia Operai-Guardie Fuoco della quale si conserva lo Statuto Regolamento.
STORIA DEL CORPO NAZIONALE
Nel 1941 fu costituito il corpo nazionale dei vigili del fuoco formato da vigili volontari e vigili permanenti che espletano il servizio con professione primaria.
Negli anni immediatamente successivi alcune sedi volontarie furono trasformate in permanenti mentre altre furono chiuse per tagli di bilancio o perché ritenute inutili; le restrittive regole imposte con il passaggio al Ministero dell’Interno causarono ai distaccamenti volontari superstiti grandi problemi di sopravvivenza.
Nei nostri giorni i vigili del fuoco volontari italiani operano in forza al Corpo nazionale dei vigili del fuoco che fa capo al Ministero dell’Interno. Questi uomini e donne nominati con decreto ministeriale, con le modalità contenute nel DPR 76/2004, e istruiti dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco, una volta operativi hanno gli stessi doveri e responsabilità del personale permanente e godono della qualifica di agente o ufficiale di polizia giudiziaria a seconda dal grado posseduto. Presenti da sempre nel nord, e recentemente in misura crescente nel centro-sud, i vigili volontari hanno le stesse divise, automezzi ed attrezzature del personale permanente.
Le squadre volontarie sono operative in tutte le ore e giorni dell’anno e garantiscono l’uscita per il soccorso in una media di circa 10 minuti. Esse sono allertate telefonicamente o per mezzo di cerca persone dai Comandi provinciali i quali sono costantemente informati sulla loro attività nelle varie fasi dell’intervento; gli stessi Comandi ai quali tutti i Distaccamenti volontari devono rispondere per la loro organizzazione, l’addestramento e gli altri i servizi.
Nelle decine di migliaia di interventi che i volontari effettuano ogni anno, non è difficile trovarli a lavorare congiuntamente ai professionisti anche se in molte aree è più facile vedere impegnate solo squadre di vigili del fuoco volontari che operano in qualsiasi tipo di intervento; l’esperienza accumulatasi negli anni e la cultura pompieristica tramandatasi di generazione in generazione permette loro di portare soccorso a persone, animali e cose nelle calamità, negli incidenti stradali e ferroviari, in tutti i tipi di incendi, nelle alluvioni, nelle frane, ecc.
L’esperienza maturata in Albania nel 1999, a sostegno della popolazione del Kosovo martoriata dalla guerra dei serbi, ha dimostrato che i vigili volontari sono addestrati ad operare proficuamente in condizioni difficili anche a migliaia di chilometri dalle loro sedi. In un’Italia con industrie a rischio, dai grossi centri abitati, dal cospicuo patrimonio boschivo, dalle centinaia di paesi sperduti in montagna, dalle aree a rischio sismico e vulcanico oltre che nei circa 2.800 comuni italiani interessati dal rischio idrogeologico ed idrico, un maggior numero di vigili del fuoco volontari rappresenterebbe un’ottima ragione per servire meglio, e con un impiego di modeste risorse economiche, anche quei circa 11 milioni di cittadini che a tutt’oggi ancora attendendo l’intervento di soccorso per oltre 40 minuti.
L’attività di un vigile del fuoco volontario non si esaurisce con gli interventi, bensì prosegue con la prevenzione e l’istruzione rivolta alla cittadinanza (es. iniziative rivolte agli allievi ed insegnanti degli istituti scolastici), la collaborazione nelle locali manifestazioni, la partecipazione a riunioni, commemorazione e cerimonie, il mantenimento delle pubbliche relazioni con enti pubblici e privati per il reperimento di fondi atti all’acquisto di nuovi automezzi ed attrezzature. I vigili del fuoco volontari inoltre provvedono a mantenere in buono stato la propria sede di servizio ed effettuano l’ordinaria manutenzione degli automezzi e delle attrezzature oltre agli addestramenti professionali, obbligatori per legge.